Facoltà di Medicina - Corsi di laurea triennale
Tecniche della Prevenzione nell‘Ambiente e nei Luoghi di Lavoro

INTRODUZIONE 
 
La Riforma delle Professioni Sanitarie, il nuovo assetto organizzativo del Sistema Sanitario Nazionale, la Riforma del Sistema formativo universitario hanno determinato, nell’ultimo decennio, una importante trasformazione dei percorsi formativi per l’acquisizione di professionalità in grado di gestire competenze in ambiti di attività ben definiti e rispondenti a specifiche esigenze del mercato del lavoro. La professione del Tecnico della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro, in realtà non nuova, trae origine dalla figura professionale del vigile sanitario operante presso gli uffici sanitari. Con le varie riforme del Sistema Sanitario Nazionale e con lo sviluppo delle problematiche e i rischi legati sia all‘ambiente sia ai luoghi di lavoro, si è reso necessario arricchire e adeguare la professionalità di questa figura.
 
OBIETTTIVI FORMATIVI
 
Cosa deve saper fare un tecnico della prevenzione? Solo per citare alcune tra quelle più importanti, il tecnico della prevenzione deve svolgere attività di vigilanza ed ispezione negli ambienti di vita e di lavoro; conoscere le modalità di campionamento delle diverse matrici ambientali e saper valutare correttamente i principali inquinanti ambientali; conoscere le cause e gli effetti dell’inquinamento chimico, fisico e biologico degli ambienti di vita e di lavoro e le strategie di prevenzione; conoscere e programmare le attività di vigilanza e controllo in tema di sorveglianza igienica degli alimenti e delle bevande, dalla produzione al consumo; promuovere azioni di vigilanza e controllo in tema di igiene e sanità veterinaria; effettuare accertamenti ed inchieste per infortuni e malattie professionali; conoscere le tecniche di intervento in situazioni di emergenza, catastrofe e calamità ambientali e/o accidentali. I tecnici della prevenzione devono, inoltre, saper utilizzare almeno una lingua dell‘Unione Europea, oltre l’italiano. Le capacità sopra descritte saranno raggiunte attraverso una formazione teorico-pratica, comprendente anche l‘acquisizione di competenze comportamentali, conseguita nel contesto lavorativo specifico del profilo professionale, così da garantire, al termine del percorso formativo, l’immediata spendibilità nell‘ambiente di lavoro delle conoscenze acquisite durante il percorso formativo universitario. Particolare rilievo, come parte integrante e qualificante della formazione professionale, riveste, pertanto, l‘attività formativa pratica e di tirocinio.  
 
SBOCCHI PROFESSIONALI
 
Gli operatori delle professioni tecniche della prevenzione svolgono, con autonomia tecnico-professionale, attività di prevenzione, verifica e controllo in materia di igiene e sicurezza ambientale nei luoghi di vita e di lavoro, di igiene degli alimenti e delle bevande, di igiene e sanità pubblica e veterinaria. In altre parole, questi operatori hanno il compito di valutare la rispondenza tra le strutture e gli ambienti di lavoro in relazione alle attività connesse e le condizioni di sicurezza degli impianti; vigilano sulla qualità degli alimenti e delle bevande, dalla produzione al consumo; collaborano con l‘amministrazione giudiziaria per indagini sui reati contro il patrimonio ambientale.
 
I laureati potranno, pertanto, svolgere la loro attività professionale in regime di dipendenza, nell‘ambito del Servizio Sanitario Nazionale, presso tutti i servizi di prevenzione, controllo e vigilanza previsti dalla normativa vigente (ASL, ARPA, enti locali), nonché in regime libero-professionale e nelle industrie. Un altro sbocco occupazionale di questa figura presso gli Enti Pubblici e le Industrie deriva dalla necessità di utilizzare personale qualificato per adempiere ai D.Lgs.626/94, 230/95, 241/2000 e da destinare al Servizio di Prevenzione e Protezione.
 
 


Ultimo aggiornamento di questa pagina: 19-MAR-12
 

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